martedì

La privatizzazione dei servizi sociali. Tosi toglie la maschera sulla bontà della sua Giunta

Non sono conosciute le scelte che sta facendo oggi la Giunta presieduta dal sindaco Tosi in merito al tentativo di esternalizzare alcuni servizi sociali del Comune come le mense e gli asili nido, le scuole dell’infanzia, musei e biblioteche; ma una certezza i Verdi a riguardo la esprimono: nessun depotenziamento di queste prestazioni, ritenute per lo più d’eccellenza, nessuna penalizzazione dei lavoratori addetti, ma soprattutto nessun danno per i cittadini e per le famiglie, che in questi anni hanno potuto apprezzare questi servizi.

I Verdi ritengono utile che su temi come quello della privatizzazione dei servizi delle mense e degli asili nido, ci sia un’immediata risposta della città di Verona. Non è possibile che le famiglie accettino passivamente un ridimensionamento della qualità delle prestazioni per i propri figli.
In questi giorni c’è stata invece una forte determinazione dei lavoratori a contrastare le scelte di Tosi, ma una timida presa di coscienza dei veronesi in generale.

E’ quindi indispensabile che si formino dei comitati di cittadini, di genitori, a livello di quartiere o nelle singole situazione coinvolte, affinché l’amministrazione comunale riveda il progetto nel suo insieme.

I lavoratori devono essere fatti partecipi delle eventuali scelte e non lasciati fuori solo a protestare; le soluzioni devono garantire la qualità dei servizi e non devono esserci speculazioni, o risparmi impropri su questi servizi. E’ infatti utile ricordare che la Giunta Tosi è disponibile a spendere quasi 400 milioni di euro per il traforo delle Torricelle, esattamente 50 volte l’ammontare degli otto milioni previsto per ristrutturare questi servizi sociali fondamentali per la cittadinanza.

E non va nemmeno tirato in ballo l’articolo 77 bis – comma 8 della legge sul Patto di Stabilità degli enti locali, che sancisce che “le risorse derivanti dalla cessione di azioni o di quote di società operanti nel settore dei servizi pubblici locali … non sono conteggiate … per il rispetto del patto di stabilità se destinate alla realizzazione di investimenti infrastrutturali …”.

Piuttosto è abbastanza insolito che il sindaco Tosi e i suoi assessori mettano mano a settori municipali che hanno espresso qualità e che potrebbero creare ancora consenso. Evidentemente la partita è molto più complessa e va vista con altre lenti interpretative. E’ in gioco con buone probabilità l’avvio di un nuovo modello di azione amministrativa, voluto in particolare da Tosi e dalla Lega, dove è il privato a fare le scelte e a gestire le risorse finanziarie pubbliche (privatizzazione), dove la qualità della prestazione passa in secondo piano e dove le risorse umane impiegate non devono esibire iniziativa o critiche, ma devono assecondare in pieno la volontà degli amministratori, senza alcun intoppo, o sfasatura. E si è ritenuto quindi più opportuno dare avvio a questo processo, iniziando dall’istruzione e dalla cultura, che per definizione sono sempre state la realtà meno malleabili, più indipendenti verso le politiche dell’ente locale.
E non è un caso che dopo l’elezione del sindaco Tosi, il primo dirigente ad essere stato rimosso sia stato quello della Pubblica Istruzione, in parallelo con quello dell’Ambiente; settori che bisognava “normalizzare”, riportare nell’alveo delle logiche della nuova Amministrazione leghista.

In tutto questo, l’assordante protesta sotto il municipio dei dipendenti comunali interessati alla presunta privatizzazione la dice lunga invece rispetto al preoccupante silenzio della politica e in particolare dei partiti della maggioranza verso il problema, ma anche della necessità di coinvolgere e di informare tutta la cittadinanza su questi temi, argomenti di importanza vitale per Verona.

Claudio Magagna - Federazione dei Verdi di Verona

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