Ipotesi di spesa per il nuovo progetto 40 milioni di euro, senza considerare la demolizione dell’attuale Bentegodi.
Miliardi 150 delle vecchie lire per l’allargamento dell’esistente, per i mondiali di calcio del 1990.
Non abbiamo un idea di quanto costò il nuovo Bentegodi di piazzale Olimpia a metà degli anni ’60.

Fatti due calcoli a ciascuno dei 250 mila veronesi, compresi i neonati, il quarto Bentegodi verrebbe a pesare nel suo portafoglio almeno mezzo milione delle vecchie lire, circa 250 euro attuali.
Certo, verrebbe da dire, i veronesi sono molto generosi con il calcio: sono disponili a togliere dalle proprie tasche, da quelle dei loro bambini e delle loro moglie, o fidanzate, per far giocare il Verona o il Chiedo, quasi 3 abbonamenti alla Rai, o forse meglio 4 giorni di pensione completa a Rimini, o comunque senz’altro un quinto dello stipendio di un mese. Niente male.
A tutto ciò si aggiunge, come valutazione, che a qualsiasi opera pubblica si addebitano almeno 30 anni di funzionamento. Sotto tale periodo infatti l’intervento viene considerato negativo; sia in termini di oneri per la collettività, ma anche per la sua resa (ammortizzazione). Non a caso le scuole e gli ospedali, anche di Verona, superano ampiamente questo limite temporale.
Nel caso del Bentegodi, se si eccettua la prima realizzazione, quella nel centro cittadino, per il resto non vengono rispettati questi parametri di buona e corretta spesa pubblica.
Perché allora questa frenesia per un nuovo stadio ?
La risposta più semplice si potrebbe ricercare nella rincorsa che già altre città italiane fanne per disporre di nuovi stadi: Roma, Milano, Torino, Napoli; così come è stato in Inghilterra. Tutti “privati” e forse qua casca l’asino, ma in Italia con i soldi pubblici.
A Verona c’è un aspetto particolare, però, anzi ce ne sono due.
Il primo riguarda il valore di piazzale Olimpia, come nuova area residenziale, o meglio immobiliare.
I Verdi propongono che qualsiasi azienda edile o immobiliare che potrà intervernire su questo spazio cittadino, a rischio d’impresa o in project financing, dovrà prima di tutto liquidare gli anticipi che i veronesi hanno pagato in questi anni per le varie ristrutturazioni del Bentegodi; riservando a ciascun veronese il mezzo milione di lire già sborsato.
In secondo luogo e questo è un aspetto ancora poco affrontato, sarà necessario che chi interverrà nella costruzione del nuovo stadio, sarà tenuto a pagare, a tutti i veronesi, gli oneri per la mancata tutela della loro salute, ma anche la svalorizzazione delle loro proprietà immobiliari, nel caso specifico che l’opera fosse realizzata nel parco della Spianà; area essenziale per il valore urbanistico di Verona nei prossimi anni.
Queste possono essere delle coordinate appropriate per affrontare in modo adeguato la questione; altre valutazione trovano il tempo che trovano, visto che scivolerebbero sul vantaggio del privato, anziché della collettività.
Infatti se venissero adottate queste valutazioni/misurazioni, non ci sarebbe nessuno in giro disposto a fare il Bentegodi Quattro. Mentre invece viene il sospetto che le categorie imprenditoriali disponibili a queste iniziative, lo siano solo perché gli oneri sono a carico della collettività, mentre i guadagni vanno nelle loro tasche.
Verona, 16/2/09 Claudio Magagna – federazione Verdi Verona
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