
Non deturpando il territorio con interventi inutili e devastanti, come è spesso accaduto con le opere ferroviarie e contrariamente a quanto è opinione diffusa, i Verdi veronesi sono favorevoli alla costruzione dei quattro binari tra Padova e Treviglio, perché così si favorisce il trasporto delle persone e delle merci con il treno.
Primo per decongestionare l’autostrada Serenissima, che con i suoi cento milioni di veicoli all’anno è una fonte primaria dell’inquinamento.
Secondo per affrontare il problema del traffico quotidiano di auto dei pendolari, in particolare nelle principali città capoluogo.
Terzo, per permettere la realizzazione di un sistema ferroviario metropolitano anche nel Veneto occidentale; sul modello del nascente SFMR (sistema ferroviario metropolitano regionale) tra Venezia, Padova, Treviso.
In questo modo il territorio di Verona potrebbe disporre di un’offerta ferroviaria adeguata da Peschiera e da S. Bonifacio, ma anche da Villafranca (mancano solo 8 km del secondo binario) e dall’aeroporto; e soprattutto la Bassa verrebbe riqualificata e tolta dall’isolamento attuale con nuovi binari.
Tutto questo invece può rimanere ancora un sogno. Si sprecano tante buone intenzioni nei

In questi anni, solo nell’ambito veronese, sono state eliminate le stazioni ferroviarie di Cadidavid, Parona, Lugagnano, Sommacampagna (attorno alla città), Pescantina, Ceraino, Pellegrina, Vigasio, Castel d’Azzano, Tarmassia e recentemente Gazzo.
Il presidente della Provincia Elio Mosele, su spinta dei Verdi e di Legambiente, ha avanzato la proposta di un tracciato ferroviario metropolitano tra Legnago e Verona, ma finora è rimasto lettera morta. Il collegamento su rotaia con il Catullo ogni tanto compare sulla bocca dei politici che contano, ma poi plana subito nel dimenchicatoio.
Per questo i Verdi oltre a considerare il quadruplicamento della Padova-Treviglio indispensabile, ritengono che nell’eventualità ci fossero le risorse finanziarie, queste andrebbero utilizzate senza sprechi (in Italia il costo di questo tipo di opere pubbliche è oltre il 30% rispetto alle tabelle europee) e senza interventi correlati, tante volte inutili, per lo più avanzati dal sindaco di turno per propri tornaconti elettorali, ma anche dalle aziende che operano nei cantieri per aumentare il volume di spesa, attraverso le varianti in corso d’opera.
L’ eventuale disponibilità di denaro recuperata andrebbe a favore del potenziamento dei tracciati ferroviari per il traffico locale dei pendolari e della riqualificazione infrastrutturale del territorio veronese nel suo insieme.
Oggi si assiste all’ennesimo convegno a Verona sull’alta velocità ferroviaria. Una gran mole di meeting. Se tutti questi appuntamenti fossero serviti, probabilmente ora avremmo non la linea alta velocità tra Milano e Venezia, ma almeno sei binari tra S. Marco e la Madunnina; ma così non è.
Mancano i soldi per realizzare questi investimenti; nonostante che il progetto della Milano-Venezia, meglio della Treviglio-Padova, sia da anni inserito nella legge “Obiettivo”, quella che prevede le priorità e i finanziamenti per gli interventi infrastrutturali nel quadro nazionale.
Finora si era tentato di dar la colpa per la mancata cantierizzazione anche ai Verdi e ai comitati, se non ai sindaci; ma questo marchingeno non funziona più, ed è stata tolta la maschera al Governo Berlusconi, che non è in grado di far partire la realizzazione dei quattro binari tra Padova e Treviglio.
Federazione dei Verdi di Verona (3462131044)
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