martedì

AVVISO: Nasce a Legnago il "GAS SOLARE"


Nasce a Legnago il

“G.A.S. SOLARE”

GRUPPO DI ACQUISTO SOLARE SOLIDALE

“Un Gruppo d’Acquisto Solare e Solidale per lanciare il fotovoltaico a Legnago”

Martedì 9 dicembre 2008 alle ore 20:45

Sala Incontri - Centro Attività Sociali - via XXIV Maggio, 10 a Legnago.

Incontro pubblico con Davide Sabbadin di Legambiente Padova,responsabile del G.A.S. Solare di Padova

Dare una mano all’ambiente contribuendo in maniera significativa a ridurre le
emissioni di gas serra, producendo energia elettrica dal sole, è oggi alla portata di
molti.
Da un paio d’anni è infatti possibile installare sul tetto della propria casa o della
propria azienda un impianto fotovoltaico usufruendo degli incentivi del nuovo
Conto Energia” nato dal Decreto del Min. per le Attività Produttive del 19/02/07.
A fronte di un investimento ancor oggi proibitivo per le tasche di molte famiglie,
lo Stato, per mantenere gli impegni derivanti dal trattato di Kyoto per la riduzione
delle emissioni clima alteranti e non dover incorrere in sanzioni salate, finanzia
con tariffe assai significative coloro che intendono installare un impianto
fotovoltaico.
Nello stesso tempo, esso ha stipulato delle convenzioni con istituti di
credito come le BCC, Banca Etica e altri per finanziamenti che coprono fino al
100%
dei costi e che verranno rimborsati coi proventi ventennali degli incentivi
statali derivanti dalla produzione di energia solare.
Un ulteriore vantaggio per i cittadini interessati ad installare un impianto
verrebbe dal consorziarsi in un gruppo d’acquisto. Ciò consentirebbe di
acquisire un potere contrattuale nei confronti dell’installatore superiore che il
presentarsi da soli. Questa è l’esperienza dei G.A.S., i “gruppi di acquisto
solidale”, nati con l’intenzione di far bene alle tasche degli aderenti ma in modo
sostenibile verso l’ambiente ed i lavoratori. Per estensione sono così nati i “G.A.S.
solari”, che vedono il Veneto all’avanguardia in Italia con le prime positive
esperienze di Venezia, Treviso e Padova.
Ora tocca a Legnago. Infatti, su iniziativa del Circolo Legambiente Legnago e
del legnagoGAS, si terrà Martedì 9 dicembre un incontro pubblico con Davide
Sabbadin di Legambiente Padova e responsabile del G.A.S. Solare di Padova per
parlare delle prospettive del fotovoltaico e dei risultati ottenuti dai G.A.S. solari
costituitisi nel Veneto.
Nasce a Legnago il
“G.A.S. SOLARE”
GRUPPO DI ACQUISTO SOLARE SOLIDALE
“Un Gruppo d’Acquisto Solare e Solidale
per lanciare il fotovoltaico a Legnago”
Martedì 9 dicembre 2008 alle ore 20:45
Sala Incontri - Centro Attività Sociali - via XXIV Maggio, 10 a Legnago.
Incontro pubblico
con Davide Sabbadin di Legambiente Padova,
responsabile del G.A.S. Solare di Padova.
Contatti:
Lino Pironato – tel/fax 0442 21142 cell. 3405928393 – email: lp@vronline.it
legnagoGAS – legnagogas@gmail.com

Sul Traforo le preoccupazioni sanitarie, ambientali e sociali di Bozza sono anche le nostre.

In riferimento all'intervista rilasciata dal presidente della 2a Circoscrizione Alberto Bozza al giornale L'Arena, pubblicata sabato15 novembre, al Comitato contro il collegamento autostradale delle Torricelle preme precisare quanto segue.

Il Comitato ha apprezzato l'iniziativa di prevedere la copertura della trincea su un largo tratto del tracciato del traforo portata avanti in giunta soprattutto dagli esponenti di Forza Italia e AN e si unisce alla preoccupazioni del presidente Bozza che pare temere la possibilità che questa misura non trovi finanziamento. Soprattutto apprezza il fatto che il presidente Bozza, a differenza del sindaco Tosi, che ha escluso i cittadini dal procedimento di valutazione dei progetti, si faccia carico delle preoccupazioni e del punto di vista del Comitato dei cittadini.
Tuttavia, da qui a dirsi "placato" (come si legge nell'articolo) ce ne corre. Il Comitato sarebbe "placato" se il traforo diventasse una strada urbana gratuita, con il minimo impatto sul territorio, con molti più svincoli e con il limite di velocità dei 50 km/h, aperta anche ad autobus e biciclette e preclusa, invece, al traffico pesante. Il Comitato potrebbe dirsi "placato" se la realizzazione del traforo non comportasse la messa a pedaggio di tutte le tangenziali, con grave pregiudizio della viabilità urbana, soprattutto in quei quartieri, come Borgo Roma, sprovvisti di Ztl.
Invece si parla di un'opera "faraonica" che in poco più di un anno ha visto lievitare i costi da 60 a 400 milioni, che prevede solo 4 caselli (Poiano, Saval, via Gardesana e Verona Nord), un tunnel a due canne e 12 chilometri di autostrada di cui solo 4 coperti, a 4 corsie attraverso 8 quartieri densamente popolati destinata a 20 milioni di auto di cui 5 di traffico, a pedaggio non solo l'opera ma, secondo lo studio economico finanziario incaricato all'università di Castellanza, sarà necessario per finanziarne la costruzione anche la messa a pedaggio di tutte le tangenziali oltre a un pedaggio ombra ai caselli autostradali di Verona e provincia.
Per quanto riguarda, invece, la copertura della trincea, il Comitato nota che lo studio di fattibilità la prevede soltanto fino al Saval, quindi 4 km su 12, ed è pertanto incorretto parlare di "totale copertura del tracciato". Il presidente Bozza fa bene a pretendere che sul "suo" territorio il tracciato venga coperto (anche se tra copertura e inedificabilità non esiste nessuna relazione) e che non ci siano emissioni, il Comitato tuttavia non capisce perché in altre località come a Parona, La Sorte oppure a Poiano, i cittadini dovrebbero rassegnarsi a sopportare i miasmi di 20 milioni di veicoli all'anno che correranno a cielo aperto.
Infine, resta ancora aperta la questione dei filtri, promessi dall'amministrazione comunale ma non previsti né dallo studio di fattibilità, in cui si parla soltanto di un sistema di "ventilazione forzata", né dal bando di project financing. Appare evidente, infatti, che da sola la copertura della trincea non basta, dato che sarebbe un po' come nascondere la polvere sotto il tappeto, senza contare che si aprirebbe una nuova questione: dove dovrebbero scaricare i condotti di ventilazione, in Valpantena o al Saval?
Il Comitato ricorda la Mani-festa-azione in piazza Bra di domenica prossima alle 15 e l'assemblea pubblica di giovedì alle ore 21 presso la sala parrocchiale della chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, a Ponte Crencano, dove è stato invitato il Sindaco».
Comitato di cittadini contro il collegamento autostradale delle Torricelle

lunedì

IL MINISTRO SI E´ FERMATO A EBOLI

A proposito di fannulloni...
di Domenico De Masi
Mi permetto di segnalare al Ministro Brunetta, che ha intrapreso una meritevole guerra contro i fannulloni e a favore della meritocrazia, un caso che è sotto i suoi occhi, scandaloso e insolente. A gennaio l´allora Ministro dell´Ambiente e il tuttora Governatore della Regione Campania mi nominarono Presidente del Parco del Cilento e del Vallo di Diano, secondo parco d´Italia per estensione, con oltre 90 Comuni, tra zone principali e aree contigue.
Poco dopo, il Governo di centro-sinistra cadde e fu sostituito dall´attuale governo di centro-destra. Ritenni perciò corretto rimettere il mio mandato nelle mani del nuovo Ministro, onorevole Prestigiacomo. Sarei rimasto alla presidenza solo se anche lei mi avesse esplicitamente confermato.
Dopo 64 giorni, il 15 luglio, la Ministra mi ha telefonato per chiedermi le dimissioni, dal momento che, secondo sue informazioni, "tutto il Cilento era contro di me". Le dissi che era male informata e che, comunque, le avrei subito mandato le mie dimissioni.Nei pochi mesi di presidenza non me ne ero stato con le mani in mano. Non potete immaginare quante cose si possono fare in pochi mesi, se avete delle idee chiare e se avete un gruppo di collaboratori motivati. Basta una squadra di sei o sette persone intelligenti e motivate per cambiare il destino di un´intera regione e le teste della sua gente. Se Cristo non si fosse fermato ad Eboli, avrebbe fatto cose da pazzi ad Agropoli e a Sapri.
Certo è che, alla notizia delle mie dimissioni, gli albergatori del Parco minacciarono una serrata; novemila cittadini – compreso il Presidente della Provincia e innumerevoli sindaci – firmarono una petizione; molti Consigli Comunali votarono delibere in mio favore; centinaia di persone da tutta Italia parteciparono a un blog con cui si chiedeva al Ministro di respingere le mie dimissioni; alcuni Comuni mi offrirono la cittadinanza onoraria. Ricordate qualcosa di analogo in tutta la storia del Mezzogiorno? Avreste potuto immaginare che il Ministro si ricredesse. Invece preferiva tacere. Tacere non solo sul Parco, ma su tutto. Mentre Tremonti rivoluzionava l´economia, mentre la Gelmini rivoluzionava la scuola, mentre Brunetta rivoluzionava l´Amministrazione, mentre la Carfagna rivoluzionava l´etica, la Prestigiacomo taceva, silenziosa e inerte. Di lei non si sa neppure se, furtivamente, scendesse a prendere un cappuccino o se, furbescamente, di tanto in tanto si desse malata.
E, insieme alla Ministra, restava fermo anche il Parco, inchiodato alla sua normale amministrazione. Ma cosa volete che sia il destino di novanta paesi del Sud di fronte all´agenda di una Ministra, fitta di sedute dal parrucchiere, di prove in sartoria, di cocktail ai vernissage? Passavano così altri 99 giorni prima che la Ministra desse qualche nuovo segno di vita con un decreto in cui, vista la legge x, visto il decreto y, vista la nota z, si accettavano le mie dimissioni.La presidenza di un Parco non è cosa di poco conto: ne dipende l´efficienza di tutto il sistema, la velocità con cui si allocano le risorse e si realizzano le opere; ne dipende l´umore e il comportamento di un´area vasta quanto una regione; ne dipende il destino civile di centinaia di migliaia di cittadini. E´ legittimo immaginare che, rimosso un presidente, in 24 ore se ne fccia un altro, già in pectore. E invece no: dopo 163 giorni di titubanze, ne sono passati altri 20.
La Ministra tace, il Cilento e il Vallo di Diano aspettano. Del resto, hanno è aspettato millenni, dai tempi di Parmenide; perché dovrebbero darsi una mossa proprio ai tempi della Prestigiacomo?E, invece, esiste un perché. Rispetto ai tempi di Zenone, oggi c´è il Ministro Brunetta. Vuoi vedere che, mentre lui insegue i piccoli fannulloni di Abiategrasso e di Canicattì, una fannullona mastodontica si è intrufolata proprio al suo fianco, Consiglio dei Ministri? Vuoi vedere che sia necessario mettere i tornelli anche a Palazzo Chigi?Se 183 giorni di assenteismo di un cancelliere o di un copista costano allo Stato migliaia di euro, quanto costano 183 giorni di assenza di una Ministra?Se poi il Ministro Brunetta accertasse che la Ministra non ha fatto un solo giorno di malattia e non è scesa neppure una volta a bere un cappuccino, allora significa che la sua inerzia non dipende dall´assenza del corpo ma dall´assenza dell´anima. In tal caso, la faccenda si fa drammatica sia per il Cilento che per il cosiddetto Governo centrale. (Positanonews)

venerdì

Certificazione energetica: Piebalgs interviene sulla normativa italiana

Bruxelles, 12 novembre 08
La Commissione UE sulla legge Italiana
Certificazione energetica: Piebalgs interviene sulla normativa italiana
Commissione europea chiede chiarimenti al governo italiano sull’abolizione dell’attestato di certificazione energetica in edilizia

Lo scorso 10 luglio le commissioni riunite Bilancio e finanza della Camera dei Deputati avevano approvato un emendamento al D.L. 112/08, recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” che aboliva l’obbligo di certificazione negli atti di compravendita di immobili esistenti e nei contratti di locazione. In particolare ad essere cancellate erano le norme che richiedevano di allegare all’atto un attestato di certificazione energetica e che in caso contrario prevedeva la nullità dell’atto e relativa all’obbligo per i proprietari di immobili di consegnare copia di questo attestato ai propri affittuari. Una mossa che aveva suscitato non poche obiezioni dal momento che la misura incrina uno degli strumenti più efficaci per contrastare gli alti prezzi e i consumi energetici del paese, in aperto contrasto peraltro con la Direttiva europea 91 del 2002, che inserisce tale certificazione nella politica energetica comunitaria, come una carta di identità per ogni edificio. Ora rispondendo a un’interrogazione scritta del 26 settembre dell’eurodeputata Monica Frassoni, il Commissario europeo all’energia Andris Piebalgs interviene sulla normativa italiana dichiarando che la Commissione “nel quadro della procedura d’infrazione già in corso per mancato rispetto della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia (art. 15, par.1, dir.2002/91 – Messa in mora Art. 226) chiederà alle autorità italiane di fornire informazioni sulla legge in questione e sulla sua compatibilità con la direttiva”. La prossima mossa tocca ora al Governo Italiano a cui spettano 60 giorni per presentare una risposta.

giovedì

Gli italiani hanno il cuore verde

La STAMPA del 12/11/2008
FRANCESCO RAMELLA
Secondo le prime indiscrezioni, tra i provvedimenti che il nuovo presidente degli Stati Uniti intende assumere immediatamente, una volta insediato, alcuni riguardano i temi ambientali. Si sa ad esempio che vuole rimuovere il veto di Bush contro il piano della California per la riduzione del 30% dei gas di scarico delle auto. Obama, del resto, ha più volte confermato che tra le sue priorità, subito dopo la crisi economica, vi è la questione energetica.
Durante la campagna elettorale ha dichiarato che allocherà 150 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni per promuovere le fonti rinnovabili, il risparmio energetico e la produzione di auto elettriche e a basso consumo. Questa strategia, secondo il neopresidente, fa bene non solo all’ecosistema ma anche all’economia. La previsione, infatti, è di creare 5 milioni di nuovi posti di lavoro nel settore ambientale: i green collar jobs. Insomma attraverso una sorta di ecolonomia intende raggiungere un duplice obiettivo. Da un lato ridurre la dipendenza americana dal petrolio. Dall’altro combattere il cambiamento climatico.
I traguardi che pone al suo Paese sono ambiziosi. Entro il 2025 dovrà ricavare il 25% dell’elettricità da fonti rinnovabili, ed entro il 2050 abbattere dell’80% le emissioni di gas serra. Gli Stati Uniti devono diventare la nazione leader nella lotta al cambiamento climatico. Perché - come si legge nell’incipit del programma di Obama - «non possiamo più permetterci la solita politica timida quando il futuro del nostro pianeta è a rischio. Il riscaldamento globale non è un problema del futuro ma di adesso».Vedremo se alle parole seguiranno i fatti, ma tuttavia è già evidente che su questo tema il nuovo inquilino della Casa Bianca non la pensa come Berlusconi, che poche settimane fa ha fatto osservare ai nostri partner europei che, data la crisi finanziaria, sull’ambiente «non è il momento di fare i don Chisciotte».
Con l’elezione di Obama viene però a cadere uno degli argomenti «forti» usati per giustificare lo scetticismo verso il piano europeo sulle emissioni inquinanti: la mancata adesione degli Stati Uniti alla lotta contro il cambiamento climatico. L’Italia, dunque, si trova oggi più isolata nello scontro che la contrappone alla maggioranza dei paesi europei sulle modalità e i tempi di attuazione del cosiddetto «piano 20:20:20». Un pacchetto di misure finalizzato a raggiungere, entro il 2020, il 20% di riduzione delle emissioni di CO2, il 20% di utilizzo di energie rinnovabili e il 20% di miglioramento dell’efficienza energetica. E tuttavia va anche detto che, su questo tema, il governo Berlusconi interpreta alcuni tratti del sentire comune degli italiani. Una recente indagine Eurobarometro, infatti, mostra un profilo del nostro Paese particolarmente dissonante rispetto a quello degli altri partner europei. Solamente il 47% dei nostri concittadini (15 punti sotto la media Ue) ritiene il cambiamento climatico uno dei maggiori problemi che il mondo deve affrontare. In Francia e Germania si raggiunge il 71%. Lo stesso vale per le azioni intraprese personalmente per contrastare i problemi ambientali. Solo il 49% degli italiani sono coinvolti in simili attività, contro una media Ue del 61%.
Sul fronte del riciclaggio dei rifiuti, della riduzione dei consumi domestici di energia ed acqua le nostre percentuali risultano sempre inferiori di 20 o 30 punti a quelle di Francia, Germania e Inghilterra. D’altra parte il livello medio d’informazione e di consapevolezza ecologica appare in Italia molto più basso. Le posizioni assunte dal governo di centrodestra sul pacchetto europeo rispecchiano questo ritardo di fondo nella nostra cultura ambientale. E tuttavia la riflettono solo parzialmente. Proiettando un’immagine deformata di arroccamento difensivo che non corrisponde pienamente alla realtà. Dal sondaggio Eurobarometro, infatti, affiora anche qualche segnale più positivo. La stragrande maggioranza degli italiani, ad esempio, ritiene che combattere il cambiamento climatico possa avere un impatto positivo sull’economia europea e che su questi temi l’azione svolta dalle imprese, dai governi e dagli stessi cittadini sia stata finora del tutto insufficiente. Oltre il 70% degli intervistati, inoltre, considera ragionevoli le proposte Ue sull’ambiente. Una percentuale, questa, che ci pone in linea con i maggiori paesi europei. Con i quali, quasi a sorpresa, ci scopriamo affini.
Almeno sul piano delle aspirazioni.

mercoledì

Giovedi 20 e domenica 23 novembre assemblea pubblica e Mani-Festa-Azione

Giovedi 20 e domenica 23 novembre
assemblea pubblica e Mani-Festa-Azione
Fermare l'autostrada in città
è un nostro dovere!
per difendere il nostro territorio, la nostra città e il futuro dei nostri figli.
Marco Sedda
È stato un successo che ha sorpreso gli stessi organizzatori la manifestazione “Dammi una mano che la fermiano!” organizzata dal Comitato contro il collegamento autostradale delle Torricelle. Mille, forse 15.000 veronesi si sono dati appuntamento in piazza Bra per dire no al progetto del traforo voluto dall'amministrazione Tosi. Tra bandiere, musica e saltimbanchi, centinaia di veronesi si sono dati la mano e hanno “circondato” la piazza. La manifestazione, seguita in diretta da Radio Popolare, è stata appoggiata dalle associazioni ambientaliste come wwf e Legambiente e dagli Amici di Beppe Grillo. Per terra alcuni cartelloni spiegavano le ragioni del no. Uno in particolare riportava quanto promesso in un volantino durante la campagna elettorale del 2007."Il traforo sarà realizzato a nord di Avesa e Quinzano senza creare problemi ai quartieri, a via Santini e alla zona di San Rocco. Questo è il nostro impegno con i cittadini. Firmato: il candidato sindaco Flavio Tosi e il candidato consigliere comunale Paolo Tosato". Microfono alla mano, il presidente del Comitato Alberto Sperotto ha ricordato i motivi del Comitato, anche economici"Perché toccherà pesantemente le nostre tasche: quando costava 280 milioni di euro uno studio già prevedeva la messa a pedaggio delle tangenziali con 1,25 euro ad auto, ora si parla di 400 milioni ". Sperotto ha ribadito che "con i nostri amministratori vogliamo confrontarci, ma riceviamo solo dinieghi, intimidazioni e minacce". È un riferimento a quanto detto dal consigliere comunale Enzo Flego (Lega nord) durante la seduta del Consiglio di giovedì scorso. Flego si rivolge direttameente ai membri del Comitato che assistenvano alla lavori imbavagliati :"Se vieni a casa mia imbavagliato così io ti sparo addosso". Per questo giovedì alle 18, quando inizierà il Consiglio comunale, ci sarà una fiaccolata davanti a Palazzo Barbieri. "Spero nella solidarietà dei consiglieri",conclude Sperotto.
Programma
Giovedi 20 novembre, ore 21
Assemblea pubblica: (scarica volantino)
È anche una questione di democrazia
Teatro parrocchiale di Santa Maria Ausiliatrice (Ponte Crencano)
L'amministrazione vuole fare il traforo "a tutti i costi", non ascoltando le ragioni di chi pensa che far passare 20 milioni di auto e camion nel polmone verde della città sia un danno alla salute di "tutti i veronesi".
I cittadini sono stati esclusi dalla commissione di valutazione dei progetti.
Chiediamo che sia data priorità agli aspetti sanitari, ambientali e sociali di chi ci vive, prima di quelli tecnici e finanziari.
Invitato il Sindaco Flavio Tosi
Domenica 23 novembre, ore 15
Mani-Festa-Azione (scarica volantino)
Dammi una mano che la fermiamo 2
Piazza Bra'
Andremo a formare un "anello di Mani" attorno ai giardini di piazza Bra'.
Ma anche una Festa, con giocolieri, saltimbanchi, musicanti in bicicletta e ... cavalli e pony. Divertimento per noi e per i bambini.
Un'Azione forte, per dire che vogliamo uno sviluppo positivo per la nostra città, fatto di aria buona, bei paesaggi e luoghi di socialità.
Fate girare la notizia ! Grazie per quello che potete fare!

Comitato di Cittadini contro il Collegamento Autostradale delle Torricelle
http://www.traforo.it/

giovedì

Raccolta delle firme per promuovere il referendum contro il Lodo Alfano

Firmiamo per chiedere l’abolizione della legge ALFANO
che rappresenta un’insopportabile lesione dello stato di diritto.

CONTRO I PRIVILEGI !!!
LA LEGGE DEVE ESSERE UGUALE PER TUTTI.

La Costituzione Italiana afferma che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, ma Berlusconi e la sua maggioranza hanno approvato una legge per garantire l’impunità delle quattro più alte cariche dello stato: Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Presidente del Senato e della Camera, ora, non sono più processabili nemmeno se commettono reati comuni. E c’è il progetto di estendere gli effetti di questa legge a tutti i ministri !!!

Altro che lotta per la legalità e per la certezza della pena, qui si creano inaccettabili ed odiosi privilegi prima di tutto per garantire l’impunità al Presidente del Consiglio in spregio dei più elementari principi di uguaglianza e di pubblica moralità. In un paese civile i cittadini si aspettano che chi è chiamato a ricoprire le più alte cariche dello Stato sia persona di indiscutibile onestà e correttezza.

Qui, invece, da una parte si impoveriscono ampi strati della popolazione, il carovita non permette a molti di arrivare alla fine del mese, i salari e le pensioni sono impoveriti, la precarietà aumenta, la scuola pubblica viene demolita e dall’altra parte il governo si preoccupa di difendere con arroganza una legge profondamente ingiusta e pensata come privilegio dei potenti.

NO ALLE LEGGI AD PERSONAM CHE CREANO
DISPARITA’ E PRIVILEGIO !!!

SI ALL’ONESTA’ E ALLA GIUSTIZIA.
NO ALL’IMPUNITA’.
Da oggi, mercoledì 05, a sabato (8 novembre) i Verdi, Sinistra Democratica e Rifondazione Comunista sono impegnati nella raccolta delle firme per promuovere il referendum contro il Lodo Alfano.
Il banchetto delle sottoscrizioni, dalle ore 16 alle 19,00 è in via Cappello, di fronte alla biblioteca Civica.
Le tre forze politiche, assieme a Italia dei Valori, ritengono che la legge sull'immunità delle più alte cariche dello Stato sia innanzitutto anticostituzionale, così come hanno dichiarato parecchi esperti, ma impedisca anche il manifestarsi di una democrazia compiuta, oltre che accentuare la situazione di previlegi della cosidetta "casta", particolarmente avversa in questo momento all'opinione pubblica.
Pertanto i veronesi vengono invitati a sostenere questa iniziativa, con l'obiettivo di poter cambiare l'attuale condizione politica fatta di previlegi e di un potere mai messo in discussione.

Verdi - Sinistra Democratica - Rifondazione Comunista

martedì

Università: vittoria parziale del movimento?

Silvio Berlusconi starebbe pensando di imbrigliare Mariastella Gelmini e frenare sulla Riforma che sarebbe stata approvata per Decreto Legge la prossima settimana? E' quanto si evince dal servizio di SkyTg24 visibile sul sito e dal pezzo di Claudio Tito a p. 7 di "Repubblica" di oggi (richiamo in prima). Riguarda la riforma annunciata in settimana dalla Gelmini e che sarebbe stata cotta e mangiata convertendola in DL nel prossimo Consiglio dei Ministri (con cosette di poco conto come l'abolizione del valore legale del titolo di studio). Sarebbe una prima vittoria parziale dell'ONDA, il movimento studentesco che ha preso forza in questi giorni fino a preoccupare un governo che fa della gestione mediatica del consenso un aspetto fondamentale.
di Gennaro Carotenuto
Secondo le indiscrezioni vi sarebbe stato un rinvio a momenti migliori dettato proprio da Silvio Berlusconi (con il parere decisivo di Gianfranco Fini che avrebbe insistito in merito) per evitare una temuta saldatura definitiva tra scuola e università. Fino a metà settimana proprio Berlusconi dichiarava di non temere l'autunno caldo tanto da appoggiare l'annuncio della riforma da parte della Gelmini. Il rallentamento invece sarebbe un inizio di delegittimazione del gruppo dei talebani di Forza Italia, di Mariastella Gelmini, che finora aveva avuto campo libero, ma in misura minore anche di Renato Brunetta e perfino di Giulio Tremonti.
Saranno le prossime ore a dirci se quest'indiscrezione sarà confermata o se il governo sceglierà di nuovo lo scontro frontale sull'Università che viene vista come un ridotto della sinistra sul quale esercitare politiche dure guadagnando consenso facile nell'opinione pubblica di riferimento.
Ma in cosa consisteva (o consisterà) la Riforma che avrebbe inciso durissimamente sulla vita delle Università pubbliche dopo i tagli economici già passati con la Legge 133? I contorni sono chiarissimi:
1) Fine del valore legale del titolo di studi. E' una riforma di portata storica e di valore amplissimo, che, comunque la si pensi, non può essere certo approvata per decreto ma con un intenso dibattito nel paese.
Nonostante nei prossimi anni si terranno un numero limitatissimo di concorsi in tutte le pubbliche amministrazioni, locali e nazionali, immediatamente il valore delle lauree del 70-80% degli atenei calerà e quelle del resto crescerà. Alcune Università o Facoltà di sedi periferiche saranno immediatamente frequentate solo da chi non si può permettere alternative e saranno ridotte, se sopravviveranno, all'inedia, senza più alcuna possibilità di fare ricerca scientifica. Quelle che non avranno i numeri saranno brutalmente chiuse.
E' un cambio di paradigma enorme tutto interno al campo neoliberale. Meno di dieci anni fa era proprio la CONFINDUSTRIA che teorizzava il raddoppio delle Università del paese fino a 200 (oggi sono meno di 100) proprio per legarle al territorio e al mondo del lavoro. Adesso il mondo delle Università che la proliferazione di sedi periferiche e spesso improbabili voluto da Confindustria ha dovuto subire, paga le conseguenze.
Fatto sta che l'ammissione ad atenei che verranno considerati di Serie A sarà richiestissima da chi potrà pagare (già la 133 riduce del 60% i fondi destinati al diritto costituzionale allo studio dei capaci e meritevoli) e innescherà un circolo virtuoso (sic) che renderà conveniente ai privati investire o addirittura acquistarle. Voci ripetute vedono già il Monte dei Paschi pronto ad acquistare la plurisecolare Università di Siena. Un esperimento pilota proprio nel cuore della Toscana.
2) Proprio per favorire le privatizzazioni ci saranno importanti agevolazioni fiscali (i teorici dell'economia indicano nelle agevolazioni la forma meno vistosa di privatizzare) ma soprattutto le Università fondazioni erediteranno a costo zero del patrimonio immobiliare delle stesse, una regalia per miliardi di Euro a chi privatizzerà. Come per l'Alitalia e in mille altri casi, anche la privatizzazione delle università in Italia avverrà a spese dell'erario pubblico e corrisponderà al primo comandamento del nostro capitalismo: "privatizzazione degli utili, socializzazione dei costi e delle perdite".
3) Blocco immediato totale degli attuali concorsi, anche di quelli banditi nel 2007 e 2008. Quando i concorsi riformati riprenderanno nessuno di questi comporterà posti di lavoro a tempo indeterminato. Ciò varrà anche per le progressioni di carriera. E' una misura unica al mondo che priva in maniera punitiva e ricattatoria il mondo della ricerca italiana di qualunque sicurezza lavorativa. Nonostante le rampanti campagne di disinformazione siete proprio sicuri che un ricercatore a 1.200 euro al mese sia il laido membro di una casta da colpire come viene descritto dai media?
4) GREMBIULATA! Come per il 5 in condotta o il grembiule alle elementari, il tutto sarà nascosto dietro una misura demagogica particolarmente facile per l'opinione pubblica: l'impedimento a parenti di docenti a partecipare a concorsi nelle stesse sedi. Nonostante il nepotismo sia una piaga da sanare nell'Università italiana, in ogni caso non più del 2-3% dei concorsi "orientati" riguarda parenti di cosiddetti "baroni". Solo una strutturale riforma dei concorsi, ma soprattutto l'immissione di forze fresche nel mondo universitario, potrebbe migliorare le cose. Ovviamente non se ne fa parola. Di nuovo, come per la 133 non vi è alcuna misura costruttiva ma solo distruttiva.
Tutto questo sarebbe (stato) approvato per decreto legge la prossima settimana in consiglio dei ministri. Ma adesso Silvio Berlusconi avrebbe frenato. Se confermata la cosa sarebbe un primo straordinario successo del movimento degli studenti e dei docenti e vedremo se si aprirà la possibilità di dialogare o inizierà una drôle de guerre con il governo in attesa del momento migliore per la stoccata.
A questo punto si conferma l'idea che il bruttissimo pezzo di Raffaello Masci a p. 5 de "La Stampa" di giovedì (quello dei baronetti...) sia stata una volontaria fuga di notizie (una specie di Lago della Duchessa?). Chi scrive ha condotto una piccola inchiesta giovedì scorso che consente con buona approssimazione di supporre che i toni gratuitamente offensivi in un articolo che era una sorta di scoop e in un quotidiano che non è né "Libero" né "il Giornale" fossero proprio una maniera di usare "La Stampa" per testare le reazioni del mondo universitario.
Cosa succederà ora? Senza la presentazione della riforma, che avrebbe indubbiamente rafforzato le proteste, qual'è il destino delle stesse? E qual'è il destino dell'Università? Il governo, con ancora 4 anni e mezzo di mandato davanti, può permettersi di aspettare e giocare con l'Università come il gatto col topo. Magari, come per la 133, per approvarla il 6 d'agosto, quando il movimento sarà di nuovo al mare. In fondo, Mariastella, che fretta c'è?
· · · · Renzo Coletti
· Rudi Menin · Rudi Menin
·
Yani Alvaro
Giornalismo partecipativo

4 novembre, fine della inutile strage

Comunicato di Pax Christi
Era il 1° agosto 1917 quando il papa di allora, Benedetto XV, definì la guerra in corso una "inutile strage". La 'grande guerra' finirà poi a novembre dell'anno successivo. Sono passati 90 anni. E il 4 novembre si 'festeggia' l'anniversario della 'vittoria'. È molto forte il rischio della retorica, di definire 'eroi' quei poveracci mandati come carne da macello a morire per un pezzo di terra che, ci dicono gli storici, si poteva ottenere senza l'entrata in guerra dell'Italia. Una guerra che, al di là della facile retorica, ha ucciso, solo tra gli italiani, 650.000 persone, più i feriti, i mutilati ecc.
Chiediamo al ministro della Difesa on. La Russa di non spendere milioni di euro (alla faccia della crisi e dei tagli..!!) per le celebrazioni del 4 novembre. Gli chiediamo di evitare la retorica e l'apologia della guerra, non strumentalizzando chi è morto!
Il modo migliore di onorare i morti della guerra dovrebbe essere l'impegno a non prepararne altre, a non spendere miliardi per nuovi armamenti... e invece si taglia sulle spese della scuola, della sanità, della giustizia e si aumentano le spese per nuove armi, come ad es. gli aerei da guerra F35 dal costo di 100 milioni di euro l'uno, o la nuova porta erei Cavour dal costo di circa 1 miliardo emezzo di euro!
Vorremmo ricordare a tutti: al governo, ai politici, associazioni che ricordano il 4 novembre, ai sacerdoti chiamati a benedire i monumenti, a tutta la società civile, di non dimenticare che la guerra è 'avventura senza ritorno'.
In un documento del 1976, "La Santa Sede e il disarmo generale" si legge:"La corsa agli armamenti anche quando è dettata da una preoccupazione di legittima difesa.. costituisce in realtà un furto, perché i capitali astronomici destinati alla fabbricazione e alle scorte delle armi costituiscono una vera distorsione dei fondi da parte dei gerenti delle grandi nazioni o dei blocchi meglio favoriti. La contraddizione manifesta tra lo spreco della sovrapproduzione delle attrezzature militari e la somma dei bisogni vitali non soddisfatti (paesi in via di sviluppo; emarginati e poveri delle società abbienti) costituisce già un'aggressione verso quelli che ne sono vittime. Aggressione che si fa crimine: gli armamenti, anche se non messi in opera, con il loro alto costo uccidono i poveri, facendoli morire di fame".
Di fronte alle tante guerre e tragedie di questi giorni, pensiamo anche alla tragedia che sta succedendo in Congo nel disinteresse mondiale...Crediamo il 4 novembre ci obblighi tutti a non tacere, a non benedire la guerra, a non giocare sulla pelle della gente. A non preparare, come invece sta succedendo, altre nuove guerre.
Anzi, nuove 'stragi'.
Sul sito di Mosaico di pace http://wpop11.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=KjL99AGxa5hWsNnCV0SpgqaOrsboDv8gyOSo33J5DVqWNu3neZimOaSK8krel7h1&Link=http%3A//www.peacelink.it/mosaico/a/27657.html è possibile scaricare il pdf di un volantino da stampare e diffondere.

domenica

Hai mai pensato di installare un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica solare usufruendo degli allettanti incentivi ?

Io sì e mi sto interessando per installarne uno sul tetto della mia casa nei prossimi mesi.
Se anche tu pensi di farlo perché non costituiamo un gruppo d'acquisto con un forte potere contrattuale in modo da riuscire ad spuntare dei prezzi ancora più convenienti. Inoltre potremmo condividere informazioni e competenze.

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Qui alcuni link utili
Portale della GSE: http://wpop16.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=fNoCU5xHgYmflhO1rcd4nJZq7wO2%2BVMhsbP2p5rQqo2hkiP3Bgnos1E%2BrBMRKRFo&Link=http%3A//www.gsel.it
Il Conto Energia: http://wpop16.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=fNoCU5xHgYmflhO1rcd4nJZq7wO2%2BVMhsbP2p5rQqo2hkiP3Bgnos1E%2BrBMRKRFo&Link=http%3A//www.gsel.it/attivit%25C3%25A0/ContoEnergiaF/servizi/Pagine/NuovoContoEnergia.aspx
Guida al Conto Energia (.pdf): http://wpop16.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=fNoCU5xHgYmflhO1rcd4nJZq7wO2%2BVMhsbP2p5rQqo2hkiP3Bgnos1E%2BrBMRKRFo&Link=http%3A//www.gsel.it/com_esterne/Pubblicazioni/Documents/20080514_ContoEnergia2008.pdf
Quadro Normativo: http://wpop16.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=fNoCU5xHgYmflhO1rcd4nJZq7wO2%2BVMhsbP2p5rQqo2hkiP3Bgnos1E%2BrBMRKRFo&Link=http%3A//www.gsel.it/attivit%25C3%25A0/ContoEnergiaF/Pagine/QuadroNormativo.aspx
Ecorete (di più che un sito commerciale): http://www.ecorete.it/