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Le gomme sgonfie del filobus; un’anatra zoppa


E’ passata la fatidica data del 30 settembre e il sindaco Tosi ha concesso a Verona il filobus con le ruote di gomma, sgonfie, quando era possibile viaggiare su un treno silenzioso ben appoggiato su rotaie, d’acciaio, con la tranvia.

I Verdi sono sostenitori del trasporto collettivo, per cui non è certo il filobus di Tosi a far cambiare questa convinzione, diventando improvvisamente contrari ad un’opzione che lo può comunque supportare, anche se con enormi limiti. Niente affatto. Da questo però a dire che la “filovia” veronese del 21^ secolo sia la soluzione per la nostra città, quando c’era l’opportunità della tranvia; la differenza è tra volare come un’aquila, o come un’anatra zoppa.

Non per nostalgia, ma per realismo, la tranvia offriva un vero trasporto “di massa”, a differenza della scelta della Giunta Tosi che permette un incremento di appena un terzo della capacità di passeggeri, rispetto ad un tradizionale bus; quando invece era doveroso almeno tendere al raddoppio dei volumi.

Secondo, il filobus, proprio per la contenuta capacità di trasporto, non potrà favorire lo sviluppo del trasporto collettivo tra i quartieri e gli isolati; la cosiddetta “maglia a rete”, capillare e sotto casa, per tutti, dove la tranvia assumeva il ruolo di “collettore” della molteplice domanda “diffusa”.
Verona, prossimamente, esibirà ancora la formula trasportistica degli anni passati, quella delle “linee forti”, modello che non permette l’integrazione e soprattutto va a vantaggio ancora dell’auto privata. Infatti finché le fermate dei bus saranno disagevoli e lontane dall’abitazione o dall’ufficio, perché ci sarà una scarsa offerta di corse oltre al filobus, è difficile che i veronesi scelgano la scomodità. Quindi l’inquinamento da traffico non potrà essere ridimensionato; come richiesto dalla normativa, ma soprattutto dall’ esigenza di tutelare la salute.

Ma anzi sarà lo stesso filobus di Tosi ad accentuare il livello di morbosità dell’aria, visto che dovrà muoversi per molti chilometri nel centro urbano, auspichiamo, senza la trazione diesel.
Ed inoltre la non garanzia del “percorso protetto” per il convoglio, ma il suo passaggio in mezzo al traffico delle auto (commistione), equivale all’aumento degli ingorghi e quindi ancora inquinamento, significa meno sicurezza stradale e ancora incidenti, il tutto si tramuta in un cattivo servizio pubblico per i cittadini veronesi e un vantaggio per il perdurare dell’uso dell’automobile.

Due questioni legati all’economicità e al sostegno finanziario.
Il filobus costerà circa 1000 euro per posto offerto (141 milioni di euro su 141 posti/convoglio), mentre la spesa per il posto/tranvia era di circa 800 euro (200 milioni su 250 posti), quindi un 25% in meno, rispetto alla presunta economicità della “filovia” leghista.

Secondo. Credere che il privato, con il project financing, sia interessato ad accollarsi l’onere di un’azienda di trasporto pubblico, quando è risaputo che la copertura dei costi di queste imprese sono quasi per la metà a carico della finanza pubblica, è come far credere che gli imprenditori abboccano a queste occasioni; salvo però che non ci siano altre contropartite in ballo; ma allora il sindaco Tosi deve essere più esplicito.

Verona, 30 set. ‘08
Claudio Magagna – presidente Federazione dei Verdi -

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