giovedì

Il 25 tutti in piazza, anche per il clima

di Paolo Cento
L'intervento di Roberto della Seta sull'anima verde del Pd, pubblicato nei giorni scorsi dal vostro giornale, ci consente di fare alcune riflessioni e considerazioni. Non è utile, in questa fase continuare a rinfacciarsi colpe che, nella maggior parte dei casi siamo certi di non avere. Valga da esempio quanto è accaduto a Napoli qualche giorno fa, dove, a fronte delle tante accuse ai Verdi, l'inchiesta sui disordini per bloccare la discarica di Pianura ha portato all'arresto non di qualche estremista verde ma di un assessore del Partito Democratico e di un consigliere di Alleanza Nazionale. Più che guardare al passato, ci interessa ragionare sul come rilanciare la proposta degli ecologisti in Italia. Di sicuro l'ambiente non è tra le priorità di questo governo che sta cancellando vent'anni di battaglie e conquiste. La crisi finanziaria, che sta scuotendo il mondo intero, rischia di produrre un pesante allentamento dei vincoli ecologici, facendo arretrare, innanzitutto, la consapevolezza della necessità di un intervento sui cambiamenti climatici. Quello che sta accadendo in questi giorni a Bruxelles e la decisione di rinviare le conseguenze operative del pacchetto clima ed energia della Ue, proprio su richiesta del presidente Berlusconi, ci conferma quanto questo rischio sia attuale: in nome della crescita economica, come alternativa alla recessione, prevalgono, infatti, gli interessi della parte più retriva di Confindustria su quelli più generali della riduzione delle emissioni di gas serra. Proprio la crisi economia e finanziaria è invece un'occasione per ripensare il modello economico e la qualità dello sviluppo e della crescita che può, e deve, essere affrontata in chiave ecologica intervenendo sui consumi, sulle merci e sui servizi prodotti, sul sistema energetico e di conseguenza sulle modalità dei trasporti. D'altra parte nelle due finanziarie dell'ultimo governo di centrosinistra, grazie al ruolo dei Verdi in Parlamento, sono stati adottati provvedimenti strategici per oltre un miliardo di euro nel campo ambientale con positive conseguenze nel campo economico: investimenti nel settore delle rinnovabili, della mobilità sostenibile, della riforestazione, dell'efficienza e del risparmio energetico nel campo dell'edilizia. Grazie a questi interventi oggi il settore dell'industria solare sta recuperando un ritardo storico inaccettabile, favorendo un importante incremento dell'occupazione nelle nuove "professioni verdi". Per non parlare del grandissimo contributo che nello scorso biennio abbiamo assicurato allo sviluppo di un'agricoltura di qualità, determinando con i nostri emendamenti scelte assolutamente qualificanti per il nostro settore primario: dall'agricoltura biologica all'etichettatura passando per il piano irriguo nazionale e le agro-energie sostenibili. Altro che partito del no. La nostra sfida, rilanciata anche dal Congresso di luglio è quella di essere una forza politica della proposta, consapevole che la questione ecologica, proprio nel suo intreccio con l'economia, è talmente rilevante da non poter essere rinchiusa solo nel nostro ambito. Certo, la cultura tradizionale della sinistra da una parte e la stessa proposta programmatica del Pd ci continuano a far pensare che senza i Verdi le ragioni dell'ecologia sono più deboli, se non addirittura oscurate nel confronto politico: basta prendere come ultimo esempio quanto accaduto per l'Agenzia sul nucleare dove all'astensione, assolutamente non condivisibile del Partito Democratico, è corrisposta anche una totale sottovalutazione della volontà nuclearista del governo di centrodestra. È di questi contenuti che vogliamo discutere anche con il Partito Democratico, come abbiamo cominciato a fare anche nell'ultimo incontro con Walter Veltroni. La stessa nostra decisione di essere presenti alla manifestazione del 25 ottobre, forti dei contenuti e del successo della manifestazione dell'11, di cui insieme agli altre forze della sinistra siamo stati promotori, è coerente con questa volontà e necessità di confronto. D'altra parte proprio al nostro congresso abbiamo ragionato sulla necessità di realizzare rapidamente una grande assise di tutti gli ecologisti italiani, per rielaborare e rilanciare le ragioni dell'ecologismo che, partendo da quel "Patto per il clima" lanciato a Genova e sottoscritto da premi Nobel e diverse migliaia di cittadini, ci obbligano a parlare di economia sostenibile, futuro energetico, modello "altro" di sviluppo. Verdi

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