
(http://www.thenation.com/doc/20090126/klein?rel=hp_currently) ricordando come alcuni gruppi palestinesi da anni chiedono di condurre iniziative di boicottaggio e di disinvestimento contro Israele, simili a quelle che furono applicate al Sudafrica negli anni dell'apartheid. (http://www.bdsmovement.net//). L'intervento della Klein arriva mentre qui da noi le polemiche, gli imbarazzi, la confusione tra antisemitismo, antisionismo, critica al governo di Israele, si uniscono alla preoccupante difficoltà della sinistra di mobilitarsi contro il massacro a Gaza.
Alla causa del boicottaggio economico contro Israele – ricorda Klein – hanno aderito in questi giorni circa 500 artisti e studiosi israeliani. Questi "hanno inviato una lettera agli ambasciatori stranieri chiedendo di sollecitare ai loro governi misure restrittive e sanzioni". "Il boicottaggio al Sudafrica – continua citando la lettera – fu effettivo. Ma Israele viene trattato coi guanti bianchi. Questo sostegno internazionale deve cessare". "Molti di noi – riflette ancora Klein – non riescono ancora ad abbracciare questa causa. Le ragioni sono complesse, emotive e comprensibili. Ma semplicemente non valgono abbastanza. Le sanzioni economiche sono l'arma più efficace nell'arsenale della non violenza". Naomi Klein passa poi ad analizzare e a confutare quattro obiezioni possibile al boicottaggio economico di Israele. La prima: "Le misure punitive allontanerebbero invece che persuadere Israele". L'"impegno costruttivo" che il mondo adotta nei confronti di Israele – osserva qui la Klein – è tragicamente fallito". Infatti nell'ultimo periodo "Israele ha goduto di una forte crescita delle sue relazioni diplomatiche, culturali e commerciali con una varietà di alleati". "E' in questo contesto che i leader israeliani hanno iniziato la loro ultima guerra, con la certezza che non avrebbero dovuto affrontare significative reazioni."

L'ultima obiezione analizzata da Naomi Klein è questa: "Non sapete che molti di questi giocattoli tecnologici provengono proprio dai centri di ricerca israeliani, all'avanguardia mondiale dell'informatica"? La Klein, a questo proposito, cita il caso di Richard Ramsey, responsabile di una compagnia inglese specializzata in tecnologia per internet. Dopo l'inizio dell'assalto a Gaza, Ramsey ha rotto i rapporti con la compagnia israeliana MobileMax con questa email: "A causa dell'azione del governo israeliano degli ultimi giorni non ci riteniamo più nella posizione di fare affari con voi né con nessuna altra compagnia israeliana". "Ramsey – spiega la Klein – ha dichiarato che la sua non è stata una decisione politica; semplicemente non voleva rischiare di perdere clienti". E conclude Klein :"E' stata questa sorta di freddo calcolo affaristico che ha portato molte industrie a rompere i rapporti con Sudafrica, vent'anni fa. E precisamente questo calcolo rappresenta la nostra più realistica speranza di rendere alla Palestina quella giustizia che le è stata così lungamente negata". Fonte: http://www.ilmanifesto.it/
Come si riconosce il codice a barre 729
La lista dei prodotti da boicottare
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=23648
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