
Con la sua emanazione le regioni hanno potuto finalmente provvedere alle misure di conservazione dei siti e ottenere i finanziamenti comunitari per la gestione ecologicamente sostenibile del territorio. Inoltre, il decreto 184 è servito a rispondere ad una parte della procedura d´infrazione attivata dall´Europa nel 2006 contro l´Italia per varie infrazioni comunitarie, tra cui proprio la mancata tutela della Rete, obbligo cui il nostro Paese avrebbe dovuto ottemperare già da molti anni». «Ebbene - proseguono - , con un sol colpo, il ministro Prestigiacomo cancellerebbe tutto ciò, riattivando in modo acuto il contenzioso sulla materia e riaprendo una situazione di vero e proprio caos normativo che il decreto 184 aveva contribuito a risolvere. Siamo quindi di fronte ad un provvedimento ingiustificabile e del tutto inappropriato, su cui grava il voto contrario delle regioni e persino il parere negativo dell´Ispra (ex Infs), autorità scientifica di riferimento, e che inoltre risulta sprovvisto di qualunque mandato di legge. Insomma, un atto che non ha alcuna chance giuridica e che, nel caso venisse emanato, porterebbe ad immediata impugnazione e ad una nuova denuncia all´Unione europea.
La speranza è tuttavia che il ministro Prestigiacomo voglia recedere da questo pessimo tentativo, certamente mal consigliato, e decida di non firmare il decreto. Sarebbe un gesto di elementare buon senso e responsabilità, che eviterebbe nuovi guai al Paese e una brutta figura allo stesso ministro, a pochi giorni dall´appello a favore della biodiversità del Commissario europeo all´ambiente Stavros Dimas, che ha chiesto all´Italia di intensificare, e non certo diminuire, le tutele a specie e habitat naturali». (Greenreport, 23 dic. 2008)
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