
Il sindaco Tosi manifesta (anche) una certa propensione ai NO; solitamente inclinazione più aggredita ai Verdi, piuttosto che al primo cittadino di Verona.Tutta la vicenda del Parco dell’Adige ne è un esempio eclatante.
I Verdi in questi anni, in particolare con la responsabilità nella passata Giunta di centrosinistra, si sono battuti affinché Verona disponesse di questa preziosa opportunità; ora la nuova Amministrazione intende ridimensionare, smontare questa risorsa e lo fa nel modo più tradizionale: spezzetta le varie proposte unitarie, che avrebbero dato invece un progetto organico alla città, assume il metodo delle azioni SPOT, senza alcuna visione d’insieme, senza alcuna organicità.Si fa l’intervento per la Canoa Club, così si accontenta l’ associazione e intanto si dà inizio alla disarticolazione della struttura unitaria del parco.Poi si fa una seconda incursione con Boscomantico e si offre uno “skygate” con parco acquatico, piscine, maneggio, altri impianti sportivi, spostamento della pista e in questo modo otteniamo “la porta d’ingresso al parco” (Giacino) !
Il Lazzaretto viene riportato alla sua funzione originale di luogo della “salute”, con l’avvento di un altro Gardaland (però in dimensione più contenute).Nel PAT del marzo 2006, con l’individuazione del parco dell’Adige (8,5 kmq) - nucleo di un nuovo sistema a verde assieme al parco delle Mura (1,15 kmq) e a quello delle Torricelle (64,7 kmq) e con gli altri parchi urbani (Spianà, Borgo Roma, scalo ferroviario) – oltre alle già avviate iniziative per la sua realizzazione, erano previste 14 azioni, tra loro coordinate e all’interno di un assetto di congruità, tra queste: lo sviluppo della forestazione urbana oltre il parco, il punto informazioni a Corte Molon, la fattoria didattica al Giarol, il centro di documentazione nell’area nord, il marchio di qualità per i suoi prodotti, il sistema di greeways con la collina, riqualificazione delle rive del fiume, adozione e incentivo delle energie rinnovabili, educazione ambientale.Lo stesso Piano Ambientale del Parco del gennaio 2007 declinava e sottolineava questi obiettivi.E ora. Si prosegue invece di volta in volta, con la vecchia filosofia cinese della goccia continua che erode la pietra, in questo caso il parco dell’Adige.

Quindi noi ecologisti facciamo appello al sindaco Flavio Tosi perché non dica di no al parco dell’Adige, ma che si adoperi affinché le proposte “verdi”, anche se del sindaco Zanotto e dei Verdi, rimangano ancora patrimonio di questa città, perché sono una grande risorsa per Verona.
Ci sono dei progetti già finanziati dalla Regione che debbono essere attuati, come il punto informazione di Corte Molon e la forestazione (a sud) di Cà Brusa (Sacra Famiglia) e di forte Azzano e quello della fattoria didattica al Giarol e ancora quello di controllo della qualità dell’acqua dell’Adige in base alle direttive UE; le 14 azioni del piano ambientale siano portate a termine.Chiediamo al sindaco Tosi di non sprecare queste opportunità e di ascoltare e dar seguito anche a questa porzione di Verona, quella verde, senza preclusioni, per il bene e per il futuro della città.Infatti la rinuncia del Parco dell’Adige non sarà certo di aiuto a nessuno.
Verona, 2 luglio ’08 Claudio Magagna – Federazione Verdi Verona
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