Verbania vince la classifica della qualità ambientale davanti a Belluno e Parma . Male il Sud, malissimo la Sicilia. Battuta d’arresto nelle politiche ambientali urbane e una scarsa agilità nello sfruttare le opportunità, anche economiche, offerte da una più attenta e lungimirante gestione dei rifiuti, della mobilità, dell’energia. E’ scarsamente attrattivo il trasporto pubblico (gli abitanti dei capoluoghi, in media, fanno solo un viaggio e mezzo a settimana su autobus, tram e metropolitane),
le isole pedonali sono praticamente immutate da un anno all’altro (0,35 mq per abitante),
le zone a traffico limitato si sono rimpicciolite (da 2,38 mq per abitante dello scorso anno ai 2,08 attuali),
la congestione da quattroruote è identica (circa 64 auto ogni 100 abitanti),
mentre sale solo dell’1% l’efficienza della depurazione (dall’88% all’89%),
e il parametro migliore alla fine è quello della raccolta differenziata: un +2,79% che però lascia l’insieme delle città ferme al 27,19%, lontano, quindi, dal 50% che andrebbe assicurato entro il 2009.
Leste nell’avviare un ciclo virtuoso sono state anche Belluno, Rovigo e Treviso, (tutte sopra il 50% di raccolta differenziata, il target da conquistare entro la fine di quest’anno).
Ecco la situazione delle altre città venete:

Belluno è 2° (1° nel 2008),
Verona 52° (75° nel 2008),
Venezia 14° (10°),
Padova 54° (64°),
Rovigo 58° (58°),
Vicenza 79° (76°),
Treviso 78° (71°).
“Non investire nella sostenibilità urbana produce un doppio danno, sia locale che globale - ha sottolineato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – nelle città infatti si concentrano le più alte percentuali delle emissioni inquinanti, dei consumi energetici e degli spostamenti: migliorando l’ecosistema urbano, quindi, si offre un ambiente migliore agli abitanti e, nello stesso tempo, si contribuisce alla riduzione dei gas climalteranti che stanno facendo salire la temperatura del pianeta”.